I Dogon, il mistero di Sirio B

Astronomia antica?

I Dogon, il mistero di Sirio B

Il continente africano, considerato la culla della vita, vanta la presenza dell'uomo dai tempi più antichi. Sono molti i misteri che circondano le antiche popolazioni vissute in Africa; i più famosi sono senz'altro quelli circa l'antico Egitto, ma indubbiamente non sono i soli. I Dogon sono un antico popolo che conta oggi circa 300.000 individui, stanziati nello stato del Mali. Questa gente gode di particolare rilievo in campo ufologico grazie alla particolari conoscenze astronomiche in suo possesso (pare) da centinaia di anni. Il mistero è stato in gran parte pubblicizzato dal libro The Sirius Mystery, di Robert Temple, uscito nel 1975.

I Dogon vivono nella regione della falesia di Bandiagara a sud del fiume Niger e 300 Km a sud di Timbuctu; alcuni gruppi sono stanziati nei territori attigui al Burkina Faso. Prevalentemente coltivano miglio e sono particolarmente abili nella metallurgia e nella scultura. Si sono spostati dalla regione Mande a sud est del Mali durante il XIV secolo, per sfuggire all'ondata di islamizzazione; si sono fermati nella regione di Bandiagara che allora era abitata dai Tallem, un popolo di Pigmei provenienti dall'Africa subsahariana. La loro storia si intreccia a questo punto con quella della vicina tribù dei Bozo, con cui intrattengono buoni rapporti.

La terra dei Dogon, falesia di Bandiagara, a sud del fiume Niger
La terra dei Dogon, falesia di Bandiagara, a sud del fiume Niger

Marcel Griaule e Germaine Dieterlen, due antropologi, hanno studiato questo popolo dal 1931 al 1952, compiendo molte interessanti scoperte. Griaule, un importante etnologo francese che fu titolare della prima cattedra di etnologia alla Sorbona di Parigi, si interessò molto agli aspetti religiosi e alle tradizioni cosmogoniche dei Dogon: nel 1936 ebbe modo di parlare con hôgon Ogotemmêli (hôgon sta per capo religioso); il che ha permesso al ricercatore di scrivere quello che è diventato uno dei più importanti saggi dell'antropologia classica. Quella dei Dogon è una religione animista; riconosce un unico Dio creatore, chiamato Amma, che ha generato i suoi figli con la Terra, sua sposa. Di questi il primo è chiamatoYurugu, essere imperfetto che conosce la prima parola; il secondo prende il nome di Nommo, essere doppio in quanto sia maschio che femmina; è il maestro della parola e la insegna ai primi otto esseri umani Dogon, quattro coppie di gemelli, nati da una coppia d'argilla creata da Amma.

L'evento religioso più importante dei Dogon è il Sigui, una cerimonia itinerante che va di villaggio in villaggio; rappresenta la perdita dell'immortalità da parte dell'uomo e consiste nella rievocazione della morte del primo antenato Dyongu Seru, rappresentato da una colossale maschera cerimoniale alta ben 10 metri chiamata iminana. Secondo Griaule e Dieterlen, questa cerimonia ha un intrinseco collegamento con la stella Sirio, una stella nana della costellazione del Cane Maggiore (Canis Major). Si tratta della stella più luminosa del cielo notturno (perché è una delle più vicine) ed ha rivestito un ruolo molto importante nelle culture di diverse civiltà. Recentemente si è scoperto che Sirio A è una stella doppia: la compagna, che compie un'orbita ellittica attorno alla stella principale ogni 50 anni circa è una nana bianca ed è conosciuta come Sirio B. Ebbene, dalle ricerche di Griaule e Dieterlen è emerso che i Dogon già conoscevano l'esistenza di Sirio B, che nella loro lingua è chiamata Po-tolo (che può essere tradotto come granellino).

Sirio A e Sirio B (indicata dalla freccia rossa). Foto scattata dall'Hubble Space Telescope
Sirio A e Sirio B (indicata dalla freccia rossa). Foto scattata dall'Hubble Space Telescope

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Data la grande luminosità di Sirio A e il fatto che Sirio B è una nana bianca (una stella molto piccola e densa) è assolutamente impossibile vederla ad occhio nudo. Per osservare Sirio B è necessario disporre di un telescopio di discrete dimensioni, cosa di cui i Dogon certamente non disponevano. I due etnologi francesi (Griaule e Dieterlen) non hanno fatto ipotesi su come i Dogon abbiano appreso conoscenze astronomiche così avanzate; il dibattito si accese quando lo scrittore Robert Temple pubblicò il libro The Sirius Mystery (Il Mistero di Sirio) nel 1975. Data l'attinenza ipotizzata da Griaule di Sirio A (Che i Dogon chiamano Sigu Tolo) con la cerimonia religiosa detta Sigui, Temple ha calcolato che i Dogon sono a conoscenza dell'esistenza di Sirio B da 400 anni. Questa cifra deriva dal fatto che la cerimonia si svolge una volta ogni 50 anni (pressappoco il periodo orbitale di Sirio B) e per ogni cerimonia viene realizzata una maschera cerimoniale che viene conservata in una caverna: sono state trovate 6 maschere, più due cumuli di polvere che potrebbero essere altre 2 maschere ( 50*8= 400).

Peter Kolosimo, che ha effettuato innumerevoli ricerche nel campo dell'archeologia misteriosa e della Paleoastronautica, propone altre interessanti prove a sostegno della genuinità del mistero dei Dogon nel suo libro Non è Terrestre, del 1971:

Riproduzione di un disegno tracciato sul terreno dai Dogon. Secondo Marcel Griaule e Germanie Dieterlen, il simbolo 1 rappresenta Sirio e il simbolo 2 rappresenta Sirio B. Il tutto è racchiuso da un ovale che rappresenta il mondo.
Riproduzione di un disegno tracciato sul terreno dai Dogon. Secondo Marcel Griaule e Germanie Dieterlen, il simbolo 1 rappresenta Sirio e il simbolo 2 rappresenta Sirio B. Il tutto è racchiuso da un ovale che rappresenta il mondo.

«Il professor Servier nota, poi, come i Dogon, stanziati sulle scogliere di Bandiagara, nel Mali, descrivano il sistema di Sirio come composto da tre stelle, una delle quali viene chiamata Stella del miglio, poiché sarebbe " la più piccola del cielo ", ma anche " la più piena ". Essi la dicono formata da un metallo (che chiamano sagolu) un po' più brillante del ferro, tanto pesante che un minuscolo granello equivarrebbe a "480 carichi d'asino".»

In effetti, le moderne teorie astrofisiche hanno permesso di determinare che Sirio B è una nana bianca al carbonio, una stella giunta alla fine della sua fase stabile collassata su se stessa a causa della gravità. Nonostante abbia circa la stessa masse del nostro sole, ha un diametro di soli 11700 Km, meno di un centesimo della nostra stella. Un centimetro cubo del materiale costituente Sirio B peserebbe più di 150 chili sulla terra. Secondo alcune leggende, queste conoscenze sarebbero state trasmesse ai Dogon da esseri anfibi considerati divinità mitologiche.

Teorie

La teoria scettica più diffusa è che i Dogon siano venuti a conoscenza di queste nozioni dagli europei negli anni venti. Molti hanno fatto notare che l'interpretazione dei sostenitori del mistero è stata un pò troppo 'libera' e che i Dogon non sono poi così isolati: nel loro territorio sono presenti diverse scuole francesi e, inoltre, sono vicini al fiume Niger, che è molto usato per il commercio. Esistono, però, alcune cose su cui riflettere:

Diversi autori dell'antichità, come Cicerone, Orazio, Seneca e soprattutto Claudio Tolomeo, ci pongono davanti un altro mistero: Claudio Tolomeo, nel suo catalogo stellare, descrive Sirio come una stella rossa; Seneca la definisce addirittura più rossa di Marte, mentre oggi Sirio è incontestabilmente bianca. Di questo apparente cambiamento di colore e dei suoi possibili motivi si discute da secoli. Alcuni sostengono che Sirio è sempre stata bianca, e che le incongruenze nei testi antichi sono dovute ad errori di traduzione o imprecisioni; ma dato che le fonti sono più d'una, è difficile pensare ad una coincidenza.

Una teoria interessante vuole che gli antichi, in realtà, non vedessero Sirio A, bensì Sirio B, che a quei tempi doveva essere una gigante rossa, lo stadio appena precedente, secondo la teoria dell'evoluzione stellare, al collasso in nana bianca. Quando Sirio B era una gigante rossa, la sua luminosità era incredibilmente superiore e avrebbe potuto essere visibile ad occhio nudo e brillare di un colore rosso-arancio; questo potrebbe spiegare come avessero fatto i Dogon ad osservarla pur non disponendo di telescopi.

Evoluzione Stellare

Evoluzione di una stella con massa pari a quella del sole; le grandezze non sono in scala

Il problema di questa teoria è che normalmente la trasformazione da gigante rossa a nana bianca richiede ben più di pochi secoli, almeno in teoria. Inoltre, si sarebbero dovute trovare tracce del collasso (ad esempio una nebulosa planetaria) nella zona circostante la stella. L'ipotesi non è comunque da scartare, poiché la teoria dell'evoluzione stellare non è definitiva e sono possibili revisioni e ampliamenti futuri. Potrebbe anche darsi che Sirio B, pur essendosi trasformata da tempo in una nana bianca, abbia subito una momentanea eruzione di idrogeno dal nucleo che l'avrebbe riportata per qualche secolo a uno stato simile a quello di gigante rossa. Fra tutte, questa sembra l'ipotesi più verosimile.

Fonte:
www.inspiegabile.com

Redazione

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