La grande medium dell'Unione Sovietica

Nina Kulagina è probabilmente la più famosa paragnosta dell'ex Unione Sovietica. Nella sua vita, ha preso parte a centinaia di esperimenti in condizioni scientificamente controllate. La sua popolarità nelle comunità parapsicologiche del mondo è salita grazie a una serie di video in bianco e nero e senza audio (che potete visionare nel nostro archivio video) diffusi da alcuni ricercatori sovietici che ritraggono la donna mentre esercita i suoi poteri su una grande varietà di oggetti. Nel corso degli anni molti eminenti scienziati si sono interessati al suo caso, che rimane tuttavia controverso. Nonostante le molte testimonianze degli scienziati russi, infatti, data la particolarità politica del periodo in cui visse Nina Kulagina c'è la possibilità che i suoi poteri fossero solo una trovata per incentivare la propaganda sovietica in parallelo alla corsa allo spazio combattuta contro gli americani. Molti elementi, però, danno parecchio da pensare.

Ninel Sergeyevna Kulagina (Нине́ль Серге́евна Кула́гина) nacque a Leningrado nel 1926; aveva solo 14 anni quando le truppe naziste cominciarono l'assedio della città. Così come molti altri bambini di Leningrado, dovette per forza di cose diventare un soldato e, insieme al padre ed al resto della famiglia, venne arruolata nell'armata rossa prendendo posto in prima linea come operatrice radio. La città venne devastata dal pesante fuoco dell'artiglieria e dai continui bombardamenti, acqua ed elettricità non erano disponibili e le razioni di pane erano scarse. Nina si distinse sul campo e venne nominata sergente, ma fu gravemente ferita da un colpo d'artiglieria. Fortunatamente sopravvisse e guarì in breve tempo; successivamente si sposò ed ebbe un figlio.

Divenne famosa grazie ai suoi presunti poteri psichici, che vanno dalla psicocinesi alla visione a distanza. Nina raccontava di avere da tempo la sensazione di possedere facoltà paranormali; poteva ad esempio vedere ‘mentalmente' gli oggetti nelle tasche delle persone. Quando incontrava persone malate, poteva persino identificare la malattia di cui soffrivano tramite un'immagine mentale della stessa che si creava nella sua testa. Un episodio di psicocinesi accadde una volta nel suo appartamento: una sera Nina era particolarmente arrabbiata; camminava vicino ad un armadio quando una brocca al suo interno si mosse da sola fino al bordo dello scaffale cadendo e spaccandosi in mille pezzi sul pavimento. Subito dopo, nell'appartamento accaddero molte cose strane: le luci si accendevano e si spegnevano da sole, molti oggetti cominciarono a muoversi da soli ed alcuni sembravano attratti da Nina. La fenomenologia è la stessa che si riscontra in casi di poltergeist, tranne per il fatto che Nina era convinta che questi poteri provenivano da lei e che avrebbe potuto controllarli qualora vi si fosse concentrata.
Nel 1964, mentre era ricoverata in ospedale a causa di un grave esaurimento nervoso, Nina passava gran parte del suo tempo a cucire. Secondo i resoconti ufficiali pubblicati, i medici affermavano con grande stupore di aver constatato che la donna poteva prendere i gomitoli dal cesto scegliendone il colore senza guardarli. Vennero contattati i centri di parapsicologia locale; l'anno successivo, quando Nina guarì completamente dall'esaurimento nervoso, accettò di collaborare sottoponendosi a vari esperimenti. Dai test risultò che Nina poteva apparentemente ‘sentire' i colori toccando gli oggetti con i suoi polpastrelli; facoltà reclamata in passato anche dall'insegnante russa Rosa Kuleshova. Ci sono anche voci che attribuiscono a Nina straordinari poteri curativi: si dice che potesse guarire rapidamente le ferite soltanto tenendovi sopra le mani per qualche istante.
I risultati maggiori si ebbero nel campo della telecinesi; poteva spostare tutta una serie di piccoli oggetti quali fiammiferi, bicchieri, accendini e sigarette senza toccarli. I risultati furono così eclatanti che per molti anni le fu imposto di utilizzare lo pseudonimo Nelya Mikhailova per tenere nascosta la sua vera identità. Gli esperimenti di telecinesi vedevano la donna seduta ad un tavolo, con davanti a lei piccoli oggetti che avrebbe dovuto muovere con la forza della mente. A volte Nina necessitava di diverse ore per concentrarsi; aveva riscontrato che per poter esercitare i suoi poteri, la sua mente doveva essere sgombra da tutti gli altri pensieri. Pare che quando raggiungeva l'apice della concentrazione, la donna provava un dolore acuto alla spina dorsale e la vista le si appannava. Uno dei primi scienziati che si interessò a Nina Kulagina fu il biologo Edward Naumov che, in uno dei primi esperimenti, sparpagliò dei fiammiferi su una sedia: Nina teneva le mani distese ad una decina di centimetri dai fiammiferi i quali, all'improvviso, si mossero tutti insieme verso il bordo della sedia e caddero sul pavimento uno ad uno.

Nel 1968, alcuni video in bianco e nero e senza audio che ritraevano Nina Kulagina mentre esercitava i suoi straordinari poteri vennero mostrati alla prima Moscow International Conference on Parapsychology (conferenza internazionale di Mosca sulla parapsicologia). Per la prima volta gli scienziati occidentali videro la donna in azione. Per un breve periodo, l'unione sovietica acconsenti a permettere agli scienziati di altri paesi di incontrare i medium russi, al fine di convalidare gli studi compiuti sui fenomeni paranormali dagli scienziati sovietici. Nel 1970 lo statunitense William A. McGary, che era stato incaricato di investigare sui fenomeni psichici in Russia, riferì di aver assistito ad un esperimento in cui Nina Kulagina riuscì a spostare diversi piccoli oggetti, tra cui una fede nuziale e il coperchio di un barattolo, su un tavolo in una sala da pranzo. Un altro investigatore americano, Gaither Pratt, della University of Virginia, constatò che gli oggetti mossi dalla Kulagina variavano molto per forma, dimensione e materiale di cui erano composti e in genere si muovevano in maniera morbida e lineare; solo occasionalmente si muovevano a scatti.
Il ricercatore che più si interessò al caso fu il cecoslovacco Zdenek Rejdak, eminente scienziato dell'Istituto Militare di Praga che nel 1968 si recò in Unione Sovietica espressamente per studiare la Kulagina e mettere alla prova le sue doti psicocinetiche. Rejdak scrive:
«Visitai la famiglia Kulagina la sera del 26 febbraio 1968. Con me c'erano un mio amico, il signor Blazer, un medico, il dottor J.S. Zverev, e infine il dottor Sergeyev. Il padre della Kulagina, un ingegnere, era presente. Il dottor Zverev esaminò a fondo la donna, senza trovare niente di anomalo; la esaminammo anche con speciali strumenti atti a rilevare magneti o altri tipi di oggetti nascosti senza trovare niente. Controllammo a fondo il tavolo e chiedemmo più volte alla signora Kulagina di cambiare posizione. Passammo una bussola attorno al corpo della donna, attorno al tavolo e attorno alla sedia con risultati negativi. Chiedemmo alla donna di lavarsi le mani prima di cominciare l'esperimento. Dopo che si fu concentrata, la donna riuscì a far girare l'ago della bussola per più di dieci volte; poi fece girare l'intera bussola sul tavolo, poi mosse una scatola di fiammiferi, alcuni fiammiferi singoli ed infine un mucchietto di circa una ventina di fiammiferi. Ho messo una sigaretta di fronte a lei e ha subito mosso anche quella. Ho aperto la sigaretta e ho constatato che non vi era niente di strano. La donna veniva esaminata dal dottore fra un test e l'altro».

Dalle ricerche di Rejdak emersero alcune considerazioni: in primo luogo, anche se i poteri della donna venivano esercitati in apparenza senza sforzo, sembrava che per lei fosse più semplice spostare oggetti cilindrici piuttosto che oggetti forniti di spigoli. Inoltre, sembrava che gli oggetti che non gli erano famigliari avessero la tendenza ad allontanarsi da lei piuttosto che avvicinarsi. In un altro importante esperimento filmato a Mosca da un gruppo di noti scienziati, vennero usati diversi oggetti non magnetici, inclusi i fiammiferi, chiusi in un grande cubo di plexiglass. Il cubo serviva ad assicurarsi che non venissero usati fili invisibili e getti d'aria, spesso identificati dagli scettici come soluzioni del mistero. La donna pose le mani a pochi centimetri dal plexiglass e gli oggetti ivi contenuti cominciarono a spostarsi da una parte all'altra del cubo.
La Kulagina possedeva anche altre abilità meno note al grande pubblico. Una di queste era la cosiddetta psicografia: notata dal dottor V.F. Shvetz, questa abilità permetteva alla donna di imprimere la lettera A e la lettera O sulle lastre fotografiche. A volte, la donna riusciva anche ad imprimere il contorno di un'immagine che aveva visto in precedenza. Questa capacità fu in precedenza attribuita anche all'americano Ted Serios. Inoltre la donna sembrava possedere anche una forma di pirocinesi (la capacità di controllare il fuoco con la mente), infatti è stato riferito da alcuni scienziati di aver visto i vestiti della donna prendere fuoco all'improvviso e strane bruciature apparire sulle sue mani.
Altri scienziati che studiarono la donna furono il dottor Leonid L. Vasiliev, dell'Università di Leningrado, che compì molti esperimenti all'Institute for Brain Research di Leningrado e il dottor Genady Sergeyev, un noto scienziato che lavorava in un laboratorio militare di Leningrado. Sergeyev studiò per molti anni l'attività elettrica del cervello della donna, riscontrando voltaggi insolitamente alti. Fra gli esperimenti compiuti da Sergeyev, uno consistette nel porre davanti alla Kulaginauna pellicola fotografica non sviluppata in un contenitore nero sigillato. Pare che la donna sia riuscita ad impressionare la pellicola semplicemente guardandola, tuttavia, non esistono documentazioni ufficiali di questo straordinario evento.

Uno dei filmati più interessanti mostra la Kulagina che esercita i suoi poteri su un uovo crudo in un contenitore pieno si soluzione salina. Il contenitore è posto a più di due metri dalla donna, che riesce non solo a far fluttuare l'uovo ma, concentrandosi ulteriormente, riesce addirittura a separare il bianco dal tuorlo facendoli allontanare l'uno dall'altro ed addirittura a rimetterli insieme in seguito. Ma l'esperimento più sensazionale avvenne in un laboratorio di Leningrado il 10 Marzo 1970. Avendo accertato la capacità della Kulagina di agire su oggetti inanimati, gli scienziati erano curiosi di vedere quali effetti i poteri della donna avrebbero avuto sulle cellule, i tessuti e gli organi degli esseri viventi. Sergeyev fu uno dei tanti scienziati che assistettero all'esperimento; la Kulagina tentò di esercitare i suoi poteri per controllare il battito del cuore di una rana. Incredibilmente, la donna riuscì prima ad accelerare il battito, poi lo rallentò e in fine lo fece addirittura fermare.
Gli esperimenti erano molto faticosi per la donna, che dopo una serie di test si sentiva esausta, il viso diveniva pallido e scavato e aveva dolori agli arti; inoltre, secondo i medici, il suo battito cardiaco diveniva irregolare, aveva un elevato tasso di zuccheri nel sangue ed il suo sistema endocrino risultava disturbato. Verso la fine degli anni settanta, Nina Kulagina subì un grave attacco cardiaco e venne ricoverata. Continuò con gli esperimenti, anche se in maniera molto ridotta, fino a quando morì nel 1990, più o meno quando si sciolse l'Unione Sovietica. Al suo funerale, venne acclamata come Eroina di Leningrado, grazie al coraggio dimostrata durante l'assedio di 900 giorni alla città durante la seconda Guerra Mondiale; c'era anche chi elogiava il sacrificio che aveva compiuto nel sottoporsi agli esperimenti, consentendo a medici e scienziati di studiare le sue doti psichiche, anche se questo ha probabilmente compromesso la sua salute e accelerato la sua morte.
Conclusioni
Molte precauzioni furono prese per accertarsi che la donna non utilizzasse magneti nascosti o fili invisibili e, dall'analisi dei filmati degli esperimenti, risultò che nessuna forza conosciuta poteva spiegare i movimenti di quegli oggetti. Venne esaminata anche ai raggi X per accertarsi che nel suo corpo non fossero rimaste schegge metalliche da quando rimase ferita durante la guerra. Purtroppo, non si sa quanto rigidamente vennero eseguiti i controlli durante gli esperimenti, quindi la possibilità che si tratti di un trucco, anche se remota, non si può escludere completamente. In ultima analisi, comunque, la possibilità che usasse magneti non spiega come facesse a muovere oggetti non magnetici (come i fiammiferi e le sigarette) e l'ipotesi dei fili invisibili poco si accorda col fatto che potesse spostare più oggetti contemporaneamente e che lo facesse anche con oggetti chiusi in contenitori di plexiglass. Se la Kulagina usava veramente dei trucchi, allora tutti gli scienziati avrebbero dovuto essere in combutta, cosa difficile poiché alcuni di essi sono molto noti e vantano grande credibilità. Naturalmente nessuno, con i dati attualmente in possesso, può affermare con certezza né che si tratti di trucchi né che sia tutto vero.
Fonte:
www.inspiegabile.com